Quali sono gli animali da reddito, e perché si chiamano così? Si può tenere un animale da reddito in casa? Quali sono le norme sul loro benessere?
Oggi rispondiamo ad alcune sulle più frequenti domande sui cosiddetti animali da reddito, sul loro possesso e sul loro allevamento.
Quali sono gli animali da reddito e perché si chiamano così
Secondo il DL 26 marzo 2001, n. 146 [https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2001/04/24/001G0202/sg], gli animali da reddito sono rappresentati da “qualsiasi animale, inclusi pesci, rettili e anfibi, allevato o custodito per la produzione di derrate alimentari, lana, pelli, pellicce o per altri scopi”.
Gli animali da reddito, dunque, altro non sono che gli animali da allevamento! La definizione “da reddito” fa infatti riferimento al fatto che i prodotti da essi derivati, come carni, uova, latte, ma anche lana e pellame, possano essere consumati e venduti.
Storicamente, i più antichi animali da allevamento sono rappresentati da suini ed ovini: le prime attestazioni di allevamento risalgono a ben 8.000 anni fa! Più recente è l’allevamento di bovini (circa 6.000 anni fa), di specie avicole (circa 3.000 anni fa) e del coniglio selvatico (poco più di 1.000 anni fa).
Ancora oggi, tra i principali animali da reddito si includono bovini, suini ed ovini; ma nel corso dei secoli si è iniziato ad allevare anche diverse specie avicole, conigli, e cavalli e alcune specie selvatiche.
Qual è l’animale più allevato in Europa? Secondo le statistiche è il maiale ad aggiudicarsi il podio con circa 150 milioni di esemplari, seguito a ruota da bovini ed ovini. (dati Eurostat 2019).
L’Allevamento in Italia
Un’istantanea del panorama zootecnico nazionale
In Italia, l’allevamento ha una tradizione molto antica e le attività agricole e zootecniche continuano a rappresentare un fattore cruciale per la coesione e lo sviluppo di molte piccole realtà territoriali a carattere agricolo e rurale.
Secondo il rapporto Eurostat del 2019 sulla popolazione di animali da reddito in Europa, il nostro è il quarto Paese per numero di animali da bestiame con oltre 25 milioni di animali in tutto il territorio nazionale. Ma quali sono gli animali più comuni negli allevamenti italiani?
Anche da noi il maiale è primo sul podio e conta circa 9 milioni di capi, mentre la seconda e terza posizione sono occupate da pecore (quasi 7 milioni e mezzo di capi) e bovini (circa 5 milioni e mezzo di capi).
Le capre si aggiudicano “solo” la quarta posizione, arrivando a contare poco meno di 2 milioni e mezzo di capi (fonte: ASSALZOO 2019-2020 e Ministero della salute 2018.
Ma si tratta soltanto di animali allevati per scopi commerciali? In realtà no: nel prossimo paragrafo vedremo insieme le principali tipologie di allevamento a carattere domestico.
Un animale per amico
Un’istantanea del panorama zootecnico nazionale
In Italia, l’allevamento ha una tradizione molto antica e le attività agricole e zootecniche continuano a rappresentare un fattore cruciale per la coesione e lo sviluppo di molte piccole realtà territoriali a carattere agricolo e rurale.
Secondo il rapporto Eurostat del 2019 sulla popolazione di animali da reddito in Europa, il nostro è il quarto Paese per numero di animali da bestiame con oltre 25 milioni di animali in tutto il territorio nazionale. Ma quali sono gli animali più comuni negli allevamenti italiani?
Anche da noi il maiale è primo sul podio e conta circa 9 milioni di capi, mentre la seconda e terza posizione sono occupate da pecore (quasi 7 milioni e mezzo di capi) e bovini (circa 5 milioni e mezzo di capi).
Le capre si aggiudicano “solo” la quarta posizione, arrivando a contare poco meno di 2 milioni e mezzo di capi (fonte: ASSALZOO 2019-2020 e Ministero della salute Ministero della Salute, Anagrafe zootecnica 2018
Ma si tratta soltanto di animali allevati per scopi commerciali? In realtà no: nel prossimo paragrafo vedremo insieme le principali tipologie di allevamento a carattere domestico.
I principi a tutela del benessere animale
Sia nel caso dell’ allevamento con finalità economiche che in quello a carattere familiare e sportivo, il benessere animale in allevamento viene tutelato da normative che ne garantiscono il rispetto in quanto “esseri senzienti” (Trattato di Lisbona, 2 agosto 2008, n.130 — art. 13).
Per questo motivo il Ministero della Salute ha predisposto un
Piano nazionale per il benessere animale che garantisce un’adeguata tutela tramite controlli periodici e attività di formazione per medici veterinari ed allevatori.
Di seguito, alcune indicazioni da tenere a mente se stai pensando di adottare un animale da allevamento!
Detenzione di animali da allevamento a carattere domestico
La detenzione di animali a carattere familiare, da compagnia o ad uso sportivo non è consentita nelle zone residenziali, commerciali o direzionali, ma è possibile ottenere un permesso in deroga per l’allevamento su aree private scoperte.
La domanda deve essere effettuata presso il proprio comune di residenza o al proprio Servizio veterinario ASL di competenza, che valuterà l’attuabilità della richiesta.
In ogni caso, è necessario disporre di ambienti adeguatamente ampi ed attrezzati, e vige l’obbligo di sottoporre regolarmente gli animali a vaccinazioni e controlli veterinari necessari per prevenire la comparsa di focolai di virus e batteri e a garantire la sicurezza degli eventuali prodotti da essi derivati.
Diversamente da cani, gatti e simili, per questa categoria di animali domestici non esiste un ’apposita anagrafe.
È quindi necessario rivolgersi alla propria Azienda sanitaria locale per comunicare la detenzione dell’animale e per richiedere il certificato di autorizzazione in caso di trasporto.
Inoltre, anche l’allevamento “in casa” è soggetto a controlli da parte dei Servizi veterinari pubblici e dei Carabinieri dei NAS.
Proprio come nel caso degli allevamenti a scopo commerciale, infatti, situazioni potenzialmente rischiose per la salute degli animali e per la salute dell’uomo devono essere tempestivamente segnalate all’autorità competente.
Non solo ambulatorio! Il Veterinario è una professione le cui mansioni spaziano dalle consuete visite di controllo, ad operazioni d’urgenza e di prevenzione in ambito pubblico e privato.
Vuoi scoprire di più su questa professione? Leggi ora il nostro articolo Come diventare veterinario!
Igiene pubblica e controlli sugli allevamenti
I rischi connessi all’allevamento intensivo
In cosa consistono le attività dei Servizi veterinari e dei NAS locali? Gli ambiti di loro competenza sono diversi, ma si concentrano principalmente su
- monitoraggio della tracciabilità e della movimentazione degli animali
- prevenzione delle malattie animali, sorveglianza e gestione dei focolai
- vigilanza su operazioni di disinfezione e disinfestazione delle strutture
- verifica dei requisiti igienico-strutturali e rispetto delle normative in materia di benessere animale
Particolarmente importante è poi l’azione di controllo sugli allevamenti intensivi.
Le pratiche illecite e le precarie condizioni igienico sanitarie di molte strutture destinate all’allevamento intensivo, infatti, rappresentano un grave pericolo per la salute dell’uomo aumentando il rischio di zoonosi, e dell’ambiente causando un impatto negativo sul consumo di risorse idriche, energetiche ed alimentari (fonte: Associazione medici per l’ambiente – Isde Italia http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1740229.pdf), per non parlare poi dell’assurda situazione in cui si trovano gli animali.
Quando “più sano” vuol dire “più buono”
CIAM per un allevamento più sostenibile
Se un animale viene allevato con amore, anche il suo prodotto sarà più buono. Forse è anche per questo che sempre più aziende agricole, oggi, scelgono di adottare tecniche di allevamento più sostenibili e consapevoli con l’obiettivo di aumentarne il benessere e migliorarne le condizioni di vita.
Dal 1967, CIAM è al fianco di imprese e professionisti per fornire tutto ciò che serve per prendersi cura dei propri animali, in ottica sostenibile e nel rispetto della loro sana vitalità.
Da un’ampia gamma di attrezzature zootecniche e per l’allevamento professionale ed amatoriale, scopri il nostro listino di oltre 30.000 referenze.